Nulla da fare… a volte succede (ma non è il mio caso)!

Questa volta è proprio necessario. Ebbene sì, ho deciso di portarmi il lavoro a casa. Un po’ di sani straordinari – non pagati, of course! – per il bene dei lettori.
 
(La verità è che io lavoro quasi sempre da casa, e benedetta sia la posta elettronica, e liberaci dallo spam & così sia).
 
Non è che ho avuto un improvviso attacco di stakanovismo acuto. Questo mai! E’ che qui a Torino il periodo è caldo. E succedono cose. Molte cose. Quindi mi sento in dovere di uscire dalle pagine 10 & 11 del solito introvabile giornale. E di fornire le buone nuove in modo accessibile. Nonchè gratuito.
 
 
E’ da qualche giorno che mi frulla in testa l’idea di questo nuovo spazio, dedicato agli appuntamenti imperdibili, ai luoghi cool e alle novità in cui vado spesso e volentieri a inciampare. Beh, finalmente ho trovato il tempo. Tra un articolo urgente e un colloquio col relatore.
 
 
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Prima puntata, allora. Parliamo di DANZA. Uno degli argomenti che hanno il potere di rendermi più logorroica del dovuto (oltre allo shopping & al gossip compulsivo con le amiche).
 
 
La scorsa settimana la mia mail è rimasta intasata a causa dell’eccessiva quantità di comunicati stampa che mi sono pervenuti. E, dopo una doverosa opera di smistamento, sono riuscita a selezionare tre "chicche". Di quelle che potrei consigliare ad occhi chiusi. O quasi, insomma…
 
 
Number One – MOMIX (www.momix.com)
Torino, Teatro Alfieri. Fino al 2 aprile.
 
Per chi ancora non li conoscesse. Sono un gruppo di ballerini/acrobati/illusionisti. Fondamentalmente, si dilettano a creare "cose" sul palcoscenico. In parole povere. Lo spettatore vede strane creature, piante, insettoni et similia che a mano a mano si formano dal nulla e cominciano a muoversi. Il fatto è che non si riesce bene a capire come facciano a mettere in moto tutto l’ambaradàn. E la cosa è mooooolto curiosa!
 
Per ora sono qui a Torino, ma sono previste altre tappe italiane:
 
– Genova, Teatro Politeama, 4-9 aprile.
– Gorizia, Teatro Verdi, 18-19 aprile.
– Pordenone, Teatro Verdi, 21-22 aprile.
– Assisi, Teatro Lyrick, 25-26 aprile.
– Bari, Teatro Piccinni, 29-30 aprile.
– Palermo, Teatro Biondo, 3-14 maggio.
 
E’ un discreto salasso al portafoglio, ok. Ma ne vale la spesa!
 
 
Number Two – ATMOSFERA ZERO (www.atmosferazero.net)
Torino, Teatro Nuovo. Sabato 25 marzo.
 
E’ piuttosto raro che un gruppo che balla solo ed esclusivamente hip-hop faccia degli spettacoli a teatro. Qui in Italia, almeno. Loro sono conosciuti perlopiù dagli appassionati del genere, al momento. Non ancora per molto credo. Sono sicura che faranno strada. (Per la cronaca. Tre di loro sono stati miei insegnanti, eheheh!). In any case. Il divertimento è assicurato. 
 
Per chi era sintonizzato sull’ultima puntata di Zelig, sto parlando dei b-boys che hanno ballato a metà serata circa con la Incontrada. Sarò sincera. So che sabato saranno qui a Torino… ma non sono riuscita a scoprire se ci sono altre date in giro per l’Italia. Se qualcuno è più informato della sottoscritta, batta un colpo!
 
 
Number Three – BTT & LEVAGGI (www.ballettoteatroditorino.it e www.matteolevaggi.com)
Torino, Cavallerizza Reale. Dal 7 al 9 aprile.  
 
E qui andiamo sul sofisticato forte. Levaggi è uno dei miei coreografi preferiti, e la Compagnia del BTT ha tra le sue file dei danzatori tecnicamente ottimi. Gli spettacoli sono molto avanguardistici, non di facilissima lettura. Però li trovo veramente belli e ben studiati. E tremendamente di tendenza!
 
All’inizio di aprile, come ho detto, saranno a Torino con "Alice nel paese delle meraviglie". Ipermoderno. Ovviamente. Quindi seguiranno altri appuntamenti:
 
– "Jeu d’écarts", Torino, Fonderie Teatrali Limone, 12-13 maggio.
– Biennale di Venezia, 18 e 19 giugno.
 
 
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Ok. Ora la pianto. Ma vi avevo avvisati. L’argomento "danza" mi fa diventare logorroica. Prima di chiudere il post, invito tutti coloro che sono a conoscenza di qualcosa di interessante da vedere, in giro per le città italiane (non solo Torino, ci mancherebbe!), a segnalarlo nei commenti. E a completare e commentare le mie segnalazioni, of course!
 
BUONA PRIMAVERA A TUTTI!
  
Pubblicato in Assolutamente "cool"! | 20 commenti

Il mio capo è un orologio svizzero.

Il mio capo. Solo lui può mandarmi in "missione speciale", puntualmente, nei momenti meno opportuni. Ad esempio, la sera del mio compleanno. E totalmente in buona fede. Questo è il bello!
 
 
 
Chi conosce l’Uomo Ragno, conosce anche lui.
Il fatto è che il mio capo è proprio identico. Anche come aspetto.
Non sto scherzando!
 
Ebbene. Ci è riuscito anche quest’anno. Per la serie. Ieri. Mia mamma è tornata tutta felice con la torta alle meringhe e l’ha messa nel freezer. E io mi sono messa la giacca. Salutando. Vado a lavorare. Ciao.
 
 
Ora. Io dico. Ma come si fa a seguire una importantisssssima prima teatrale, se si ha in testa solo l’immagine della family che si sta sbafando la TUA torta di compleanno? Soprattutto mentre TU non sei presente?
 
 
… Come? The answer is blowin’ in the wind?!?! Ma vàvàvàvàvà (a quel paese)!
 
 
E sia. Sono andata a teatro. Non sia mai che, per una volta, io tenti di abbassare la mia frequenza media settimanale di cotali luoghi. 
 
 
Ironia della sorte, lo spettacolo – gradevole, peraltro – non era uno spettacolo qualunque. Quando improvvisamente mi trovo seduta vicino a signori di una certa età e dall’aria autorevole. Ovviamente muniti di cartella stampa. E, all’apparenza, molto poco inclini a divertirsi. Bene. Crollano tutte le mie certezze. Ma di una cosa resto sicura. QUELLO NON E’ UNO SPETTACOLO QUALUNQUE. E, probabilmente, avrei dovuto prevederlo.
 
 
Ed è così che mi sono rifugiata sulla mia sedia. Con un severo & pasciuto giornalista a sinistra. E un suo clone a destra. Ho inviato un paio di messaggi di SOS al boy. Poi, con aria seria, ho aggredito la montagna di comunicati che mi aveva appena consegnato il nuovo tizio magro & capelloso dell’ufficio stampa.
 
 
Fino a quel momento, l’autore del copione portato in scena era per me soltanto un nome. Un nome tedesco. Dall’aria austera. Visto che il mio capo aveva semplicemente detto: "Gallenca. Mi andresti all’Alfieri? A vedermi questo Sglubstrumgump?". Perlomeno, questo è quanto ero riuscita a intendere. Poi, visto che era il mio compleanno, avevo avuto la lampante idea di non guardare nemmeno di cosa si trattasse veramente. Lo so. Non è affatto professionale. In ogni caso, sono fatti miei.
 
 
Dopo aver letto due righe della presentazione, mi è venuto un colpo. Stavo per soffocarmi con la mia stessa saliva. Tipo: "Aaaaargh!". Intanto l’autore non era tedesco, ma austriaco. E fin qui, nulla di grave. Ma veniamo al nome. Arthur Schnitzler. Che, detto così, ricorda poco o niente. Ma se aggiungessi che costui è il tizio che, a suo tempo, scrisse la storia da cui, molti anni dopo, il buon Kubrick ha tratto Eyes Wide Shut? E il titolo in cartellone ieri sera aveva come titolo Girotondo. Sottilmente evocativo. O no?
 
 
Ma veniamo alle due righe di presentazione a cui ho accennato prima. "In dieci dialoghi – queste le testuali parole – vengono rappresentate le diverse reazioni che dieci coppie manifestano prima e dopo un incontro amoroso (…) sempre contrassegnato da un completo atto sessuale". Ohibò. "Non solo – continua – si tratta anche di una sorta di catena, ove uno dei due partner dell’incontro amoroso è anche uno dei due protagonisti dell’incontro successivo". Uao. 
 
 
Ok. Confesso. La scimmia della curiosità si stava appropriando del mio povero cervello. Il problema era un altro. I vicini di sedia! Voglio dire. Due colleghi dall’aspetto assolutamente competente. E visibilmente alle soglie dell’età pensionabile. Di quelli che, a teatro, non applaudono mai. Nemmeno se li pagassero per farlo. E non ridono nemmeno. Specialmente se si stanno divertendo. Chè sono dei rinomati critici teatrali. Eccheccavolo.
 
 
Ma non era finita qui. Poco prima dell’apertura del sipario, all’orizzonte compare un tizio. Che si lancia in direzione del Competente Critico alla mia sinistra. E subito assume un’espressione, come dire… lumacheggiante. "Ausvauldouuuuu!!!!!!!!!! – urla tutto giulivo – Ma che piaceureuuuuuuu!!!!!!!!". Cielo. Tizio lumacheggiante a parte. Ha detto "Osvaldo"? Cioè. Ma il Competente Critico alla mia sinistra si chiama Osvaldo? Oddio. Ma non sarà mica Osvaldo Guerrieri, quello della Stampa? Un pesce grosso e pesante. E non solo fisicamente!   
 
 
Per fortuna si sono spente subito le luci. E si è alzato il sipario.  
 
 
Ed è così che, mentre la family stava sbafando la MIA torta di nascosto, io ho festeggiato il mio venticinquesimo compleanno. Appollaiata su una poltrona rossa. A vedere uno spettacolo vagamente "eyeswideshuttiano". Con un probabile Osvaldo Guerrieri alla mia sinistra. E il suo clone alla mia destra. Ogni volta che cercavo di applaudire, mi sentivo una giornalista pivella nel giorno del suo compleanno.
 
 
Quando si dice
NEL POSTO SBAGLIATO, AL MOMENTO SBAGLIATO! 
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Succede solo all’Olimpiade – 2° tempo

Ok. Lo ammetto. Sono in piena depressione post-olimpica. Dipendesse da me, schiaccerei il tasto "rewind". E ricomincerei tutto da capo. In questo momento.
 
 
Non c’è da stupirsi. Non appena archiviati i filmati di Fabris e Di Centa con relative medaglie. E trascorse le serate in cui migliaia di torinesi (e non solo!) cantavano a squarciagola l’Inno di Mameli per le vie del centro. Ecco che non si fa più in tempo ad accendere la TV, che subito la tonda facciotta di quella zebra incredibile, che di nome fa Anna Tatangelo, si mi si insinua indebitamente in casa. Provocando incubi e orticarie fulminanti.
 
 
E posso assicurare che, a tutti coloro che si sono sparati cerimonie olimpiche-gare-e ancora cerimonie… beh, Sanremo appare un ben misero spettacolo! Per esprimere il concetto con un eufemismo.
 
 
Che dire. Non ci resta che ricordare. Perchè una cosa è certa. Meglio un Giorgio Rocca in disces… ehm… caduta libera oggi, che una Anna Oxa appena fuggita dalla clinica psichiatrica domani. Questo è poco ma sicuro.
 

Medals Plaza. Quella sì che era musica! 

Un esempio per tutti. I fantastici concerti "aggratis". Quelli che hanno tenuto i torinesi in coda per settimane & in piedi al freddo per ore. Ora posso confessare l’infamia commessa: io ne ho visti ben QUATTRO! Alla faccia delle liste e dei controlli dei documenti. Il primo l’ho già commentato altrove (vedi qui).

 

Manca ancora un piccola opinion sugli altri tre. Il concerto più cool è stato senza dubbio quello di Jamiroquai. Very funky. Dalle punte del cappello all’orlo del plaid  "antifreddo". La piazza si è trasformata in un enorme dancefloor. E con questo, non c’è altro da aggiungere.

 

E poi. Anastacia. Una che può permettersi l’abitino animalier anche in piena Olimpiade. Ogni volta che "ruggiva", la si sentiva fino a Porta Nuova. Si è dimostrata anche simpatica e molto socievole. Quindi, un punto in più.

 

Infine, Avril Lavigne. Purtroppo ha avuto l’infelice idea di proporre una esibizione totalmente acustica. E veramente corta. La ricerca del motivo di questa piccola debàcle mi ha tormentata per giorni. Poi ho visto Dolcenera a Sanremo (urgh!). E, mentre cambiavo canale, ho subito accantonato tutti gli annosi interrogativi.

 

Collezionisti di Olimpiadi. Le frontiere di un nuovo hobby. 

All’inizio la faccenda aveva un alcunchè di paradossale. Anche per noi turinèis olimpicamente invasati. Il fatto è che, per due settimane, dei loschi figuri si sono aggirati ininterrotamente per la città. I famigerati COLLEZIONISTI DI OLIMPIADI.

 

In prevalenza americani. Tra i quaranta e i cinquant’anni. E dall’aria serafica e bonaria. Tizi che, a ogni sacrosanta Olimpiade, si prendono il mal di pancia di raggiungere le città ospitanti. E, una volta lì, passano giorni e giorni a vagare senza meta. Fotografando ogni cosa, filmando, prendendo appunti. E soprattutto comprando. Qualsiasi cosa. Gadget, souvenir improbabili, artigianato locale. E cercando di sottrarre i pass ai volontari. Magari barattandoli con  qualche cimelio di Atene o di Lillehammer.

 

Per non dimenticare i giapponesi. Impossibile non riconoscerli. Dei veri e propri gadget-men, marchiati "Torino 2006" dalla testa ai piedi. E poi ci si chiede perchè gli Olympic Store siano rimasti a secco di merce!

 

Home sweet home… 

Altro tormentone Olimpico ad alto tasso di "infestanza". Le famigerate CASE. Casa Canada, Casa Sassonia, Casa Russia, Casa Olanda. Tanto per citare le più "famose". Dei luoghi in cui alcune squadre partecipanti, opportunamente supportate dagli sponsor, ricevevano e intrattenevano gli ospiti. Ognuno a suo modo. Alcuni offrendo cibo e sbevazzo, altri vendendo gadget, altri esponendo foto e proiettando filmati.

 

Più la coda all’ingresso era nutrita, più i turinèis morivano dalla voglia di entrare. Ovviamente. Tra gli oggetti più ricercati, i fantomatici inviti elargiti da una famosa marca di birra made in USA. Servivano per entrare nella spettacolare discoteca-piramide che gli americani avevano montato sulle rive del Po. Una roba veramente "vipposa", a quanto pare. E ad accesso ristrettissimo. Uaoooo!

 

In any case. Durante i miei vagabondaggi, mi sono intrufolata:

– nella tranquilla Casa Korea, ad ammirare le foto delle loro vittorie olimpiche e i filmati dei loci amoeni del Sol Levante. Sorseggiando una tazza di tè verde, of course!

– a Casa Russia, a comprare magliette piene di mascotte orecchiute.

– a Casa Sassonia, saltando la coda con l’inganno. In pratica, una tizia tedesca – amica di amici – mi ha introdotta "a sgamo", dicendo non so cosa all’energumeno di guardia. Purtroppo, una volta dentro, ho scoperto che avevano esaurito tutti i wurstel.

– a Casa Svizzera, dove sono stata più volte a gozzovigliare con raclette & vinello.

 

Senza contare tutte le volte che sono andata al Villaggio Sponsor. A racimolare campioncini di cremine & CocaCole varie. Sempre a orari improbabili, ovviamente. Non male, direi!

 

I vippps? Ma sono tutti qui! 

Gli avvistamenti di vip più o meno famosi, nemmeno si contano.

 

(Qualcuno sostiene anche di aver visto un UFO svolazzare sopra la fiamma olimpica! Ma questa è un’altra storia…).

 

Consuetudine vuole che il torinese doc sia molto discreto. Ossia. Il vip non deve essere mai molestato. Deve poter entrare in un qualsiasi negozio. A comprare, che so, un paio di ciabatte. O in un caffè a prendere un aperitivo. E non deve mai essere importunato con assillanti richieste di autografi e/o foto.

 

Ed è per questo motivo che alcuni personaggi famosi (non le star di Hollywood, ovviamente!) spesso se ne vanno a spasso soli soletti per la città. Con un paio di occhiali da sole, al limite. Ad esempio. Chi non si è mai imbattuto nella Littizzetto, alle prese con la scelta dei cuscini nuovi per il sofà? O in qualche calciatore in libera uscita? O in Chiambretti che accompagna nel proprio ristorante qualche donna decisamente più alta di lui?

 

Qualche sera fa ho fatto un incontro in pieno stile "nazional-Leofreddesco". Ho pinzato la Amanda Sandrelli, con famiglia al seguito. Stavo per salire in macchina, alla fine di una serata col boy. Si accosta una innocua e anonima vettura. Si abbassa il finestrino. E il guidatore urla:"Per caso ve ne state andando?". Mi volto.

 

Caspita. Ma quella faccia l’ho già vista da qualche parte. Ma… Cielo! E’ il marituzzo della Sandrelli figlia! Quello che va sempre a raccontare i fatti suoi all’Italia sul Due! E la sciùra seduta a fianco è proprio la Sandrelli figlia! E c’è anche tutta la prole che frigna sul sedile posteriore!

 

"Fab! – urlo al boy – ma hai visto chi sono?"
"Chi?!?!", risponde lui.
"Quelli della macchina", incalzo io.
"Ma… Gis, sono tuoi cugini, per caso?"
"Faaaab! Ma hai mai visto la Leofreddi con tua madre?!?!" (urgh!)

 

Il marituzzo della Sandrelli figlia, intanto, ghigna. Con la testa fuori dal finestrino.

FIGURA DI MEEENTA!!!    

 

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The End

(la storia finisce qui…o no?)

 

Nel frattempo, comincio a organizzarmi per Vancouver 2010! 

Pubblicato in Torino 2006 - Passion lives here! | 32 commenti

Succede solo all’Olimpiade – 1° tempo

Ma cos’è una vacanza a Ibiza, in confronto all’Olimpiade? Ok, lì fa caldo. Ok, lì c’è il mare. Ok, lì è la capitale della vida loca. Ora. Non ho la benchè minima idea di come Torino – con tutti i suoi annessi & connessi – sia percepita in questo periodo dall’esterno. Dal resto dell’Italia, in particolare.
 
 
Ma una cosa è sicura. Qui non si dorme. Mai. E da più di una settimana! E’ un continuo vagare da una gara, a un giro di shopping, a un aperitivo, a un party. E intanto si fa mattina. Inutile fare ulteriori precisazioni su come si sia trasformato il mio ritmo di sonno e veglia. Tanto più che non sono in vacanza al 100% (il mio capo non si disattiva mai, grrr…).
 
 
Però è tutto molto, ma molto, divertente. Una "botta di vita" senza precedenti. E non posso nascondere che sono davvero contenta! E non sono la sola…
 

L’invasione degli "olimpiciu". Nuove mode & nuovi trend, made in Torino

Ci sono alcuni indispensabili elementi, ai quali un vero trendsetter torinese non può assolutamente rinunciare. Ad esempio:

–> Non hai mai assaggiato il bicerìn? Ma dove vivi?!?!

–> Non sei mai entrato alla Medals Plaza? Sei pigro. Dormivi invece di fare la coda. Fine della storia.

–> Non hai il pass del Toroc? Non hai fatto il volontario? Beh… nessun turista vorrà scattare foto con te. E dovrai perfino pagare il pullman.

–> Non hai ancora provato la nuova metro? Cosa ti sei perso…

–> Non conosci le regole del curling, dell’hokey e della combinata nordica fin nei minimi particolari? Sei un pisquano. Hai visto la Maria de Filippi invece delle gare. E questo è grave.

–> Non hai almeno una pin olimpica? Naaaa… questo non è proprio possibile! 

–> E per finire. Non hai ancora tirato fuori dall’armadio il cappello da snowboard (sì, quello con le corna vichinghe), la giacca da sci (in caso di neve) e gli scarponi di pelo (in pieno yeti-style)? Ma… sei out!!! 

 

Dimenticavo. Ce l’hai la bandierina italiana appiccicata alla guancia?

 
Fine 1° Tempo
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Ok. Le storie da raccontare sono davvero molte. Il mio tempo libero, al contrario, è pochissimo. Per oggi devo fermarmi qui… Ci vediamo domani! Gis 
Pubblicato in Torino 2006 - Passion lives here! | 14 commenti

Il podio del “maschio olimpico” (?!) & altre amenità

Un po’ di sano gossip olimpico è proprio quello che ci vuole. Eccheccavolo! Nella fattispecie, qualche interessantissimo spettegulès sulla Cerimonia di Apertura. Giusto per mettere un "punto e a capo" alla faccenda. Che poi ci sono altri trentamila argomenti su cui questionare…
 
 
Intanto. Prima di aggredire questa pagina, vi consiglio caldamente di formarvi una certa cultura "di background". Il blog della sorellonza potrebbe essere utile, a tal proposito.
 
Ok. Ora passiamo alle cose serie.
 

Enciclopedia del "costumino"

Come qualcuno mi ha acutamente fatto notare, l’aspetto del volontario "tipo", durante lo svolgimento delle Cerimonie, ricordava quello del lactobacillus dello yogurt. Se poi si considera che nel backstage vagavano senza meta più di quattrocento creature di questa specie… beh, è facile immaginare quanto i camerini fossero simili a un vasetto di Actimel!

 

Il "discreto" abitino era composto da più parti. Le quali parti andrò ora a presentare.

 

1) Il PANTACOLLANT "CONTENITIVO". Bridget Jones ce l’avrebbe invidiato. Eccetto che per il colore. Uno sgargiante arancio-fuxia, che in scena creava un bellissimo effetto cromatico. Fuori, invece, un po’ meno.

 

 

2) L’ARGENTEO BODY. Uno strumento di tortura. Specialmente se indossato da un essere di sesso maschile.

 

 

3) La TUTA-PIGIAMA. L’elemento decisivo, a causa del quale sembravamo usciti da uno spot dell’Actimel. Per l’appunto.

 

 

4) Il PONCHO DI CELLOPHANE. Talmente ampio che non ci sta nella foto.

 

 

5) L’indispensabile BAG, in cui riporre con cura tutto il "kit del volontario". Nonchè il mitico cellulare, con cui sono riuscita ad aggiornare il blog mentre stavo per entrare in scena.

 

 

6) Infine, la componente più atroce. Il CAMAURO. Un copricapo che strizza i cervelli, come neanche Morelli in persona riuscirebbe a fare.

 

 

Il tutto era completato da scarpe pseudo-molleggiate, torcia da fronte in perfetto "minatore-style" e spade da Jedi. Queste ultime erano l’accessorio più cool. Infatti non ce le hanno lasciate.

Il podio del "maschio olimpico"

La maggior parte del tempo passato ad attendere con pazienza il proprio turno è stato ammazzato. Con una folkoristica attività. La "caccia alla foto".

 

Diciamo che la categoria dei lactobacillus era… inflazionata. Per quanto "esotici", infatti, eravamo considerati banali (per forza, eravamo una mandria invasiva!). Ergo, nessuno ci cercava per qualche scatto ricordo.

 

Io e la sorellonza, però, ci siamo applicate. Dovevamo assolutamente farci fotografare con il maggior numero possibile di persone vestite in modo improbabile. Ovviamente, la foto era tanto più preziosa quanto più rara. Di conseguenza, era necessaria una classifica di riferimento. Ed è qui che è stato creato il fantomatico PODIO DEL "MASCHIO OLIMPICO".

 

La medaglia d’oro, ossia la preda più ambita, sarebbe stata l’UOMO FUTURISTA. Roberto Bolle. Un tizio ricorrente, specialmente per chi, come me, scrive recensioni di danza. Inutile dire che il suo camerino era stato posizionato in un luogo ignoto. E fuori dalla portata di ogni singola volontaria. Il risultato è matematico. Nessuna lactobacillus-girl ha la foto in compagnia di Bolle (e se per qualche ignoto motivo ce l’ha, si guarda bene dal divulgarlo).

 

Foto tratta da www.nbcolympics.com

 

La medaglia d’argento è stata assegnata agli "SCINTILLONI". Per i profani, quei pattinatori alti e incredibilmente spessi che se ne andavano in giro con il lanciafiamme sulla schiena. Durante le prove, li vedevamo dappertutto. Il pomeriggio prima dello spettacolo, invece, sembrava che si fossero dissolti nel nulla. In any case. Se una qualche non meglio precisata lactobacillus-girl fosse riuscita a farsi fotografare con gli "scintilloni", sappia che è una gran… zebra!

 

Foto tratta da www.nbcolympics.com

 

La medaglia di bronzo è stata assegnata all’unanimità a MISTER "BRACCIO DESTRO". Ossia, Bryn. Colui che, in ordine di importanza, veniva dopo Doug Jack. Insomma, il vice-capo. Un vero e proprio lord inglese. Gentile, a modo, gran lavoratore. E perfino di bella presenza. Ma incredibilmente taccagno, per lo meno quando si trattava della sua preziosa immagine. Riuscire a "brincare" il Bryn per una foto, infatti, era un’impresa titanica.

(E a questo punto, è necessario che io "sputi il rospo". Come si suol dire. Ma, grazie al cielo, non è un rospo scabroso. Io, questo fantomatico Bryn, lo conoscevo già da prima delle Olimpiadi. Una volta, infatti, l’ho intervistato. Lui stava facendo il testimonial per una scuola di danza. E il mio capo aveva inviato la sottoscritta, per cercare di estirpargli a tradimento qualche anticipazione sull’Olimpiade. All’epoca lui stava imparando a parlare l’italiano. Il problema è che aveva ancora qualche difficoltà nella… comprehension. Fattostà che, quando mi sono presentata, lui ha comiciato a cercare di evitarmi. Cradeva forse che fossi una fan psicopatica? Maybe. Alla fine mi sono salvata in corner. La direttrice della suddetta scuola di danza è provvidenzialmente intervenuta. E gli ha spiegato che ero una giornalista, e che non avevo nessuna intenzione di molestarlo. Vabbè. Diciamo che la cosa è stata "leggermente" imbarazzante. Per entrambi. Comunque l’intervista c’è stata, ed è andata bene! Anche se non sono riuscita ad ottenere le informazioni top-secret che stavano così tanto a cuore al mio capo). 

Ad ogni modo. Fonti attendibili riferiscono che qualche lactobacillus-girl molto scaltra & veloce possiede la foto in compagnia del vice-capo in questione. Ma le suddette fanciulle si possono contare sulle dita di una mano monca. Per quanto mi riguarda….

 

FOTO NON PERVENUTA

 

Insomma. In mancanza di celebrità con cui farci immortalare, abbiamo optato per i comuni mortali. Diavoli & demonietti vari (A proposito… ma il lactobacillus non serviva a uccidere i "demoni" intestinali? Urgh…), Uomini-mucca, Kung-fu fighters e Conti Ristori dei poveri…

(Le fotine le lascio tutte al fondo del post).

Last but not least…

Una "chicca" dal gusto tipicamente pinkolympik, che non ha assolutamente nulla a che vedere con le Cerimonie. L’altro ieri ho segnalato un primo caso di "malvestitismo" olimpico. Diciamo… una tizia che passava a Torino non per caso. Ho ritenuto opportuno chiamare in causa un’esperta del settore, anche per non appesantire troppo questo post già sufficientemente kilometrico.

 

La mia segnalazione è stata giudicata "gustosa". Ed è  stata pubblicata QUI!   

Pubblicato in Torino 2006 - Passion lives here! | 30 commenti

Torino 2006 – Cerimonie d’apertura

Per chi si fosse perso la diretta televisiva di ieri sera…

 

 

…un assaggio del big show è qui!!! 

(clicca per vedere il segmento dove ho ballato io)

 

Filmato pubblicato su www.media.rai.it 
Foto pubblicata su www.nbcolympics.com
 

 

Altro materiale è disponibile su:

Nel frattempo, sto lavorando per aggiungere nuovo materiale!

Pubblicato in Torino 2006 - Passion lives here! | 17 commenti

Piaciuto lo spettacolo?

.. Sono stanca morta! A domani, gente!
Pubblicato in Torino 2006 - Passion lives here! | 9 commenti

Fifa molta…

30 secondi fa ero sotto i piedi della Irene Grandi… Sto per entrare in scenaaaaaa!!! (E grazie alla tecnologia mobile posso dire in tempo reale, a tutto il web, che… HO PAURA!). A fra poco 😉
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Cheese!

Make up finito… Ora uno spuntino veloce, e poi… FOTO RICORDO 🙂 (Uaoooo!)
Pubblicato in Torino 2006 - Passion lives here! | 1 commento

Delirio in camerino!

Ok. La prima fase (cruciale davvero!) è in pieno svolgimento. Ho superato i controlli all’ingresso, e subito ho notato una certa agitazione. Sono stata letteralmente "infilata" in camerino, con tanto di sarte e parrucchiere con l’espressione da avvoltoio… Beh, sono sopravvissuta. Almeno per ora!

Pubblicato in Torino 2006 - Passion lives here! | 2 commenti